Un esempio emblematico è l’edificio di Zweisimmen in Svizzera, realizzato dallo Studio N°11, in cui la filosofia costruttiva privilegia materiali naturali, assenza di impianti meccanici di riscaldamento e raffrescamento e massima attenzione alla salubrità degli ambienti interni.

Importante notare che l’edificio studiato dimostra come sia possibile ottenere elevate prestazioni abitative sfruttando la verticalità senza rinunciare a comfort e qualità architettonica. Scelta che si inserisce perfettamente nella strategia di densificare le aree già edificate limitando l’espansione urbana e preservando suolo agricolo, un tema sempre più prioritario alla luce delle normative sul consumo zero di suolo.

Il quadro normativo di riferimento

L’impiego del legno strutturale in Italia è disciplinato principalmente dalle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2018) e dal relativo Eurocodice 5, che definiscono i requisiti di resistenza meccanica, durabilità e comportamento al fuoco delle strutture in legno. In ambito energetico, gli edifici analizzati si collocano nel solco delle direttive europee EPBD e del D.Lgs. 192/05 (e s.m.i.), che promuovono edifici a energia quasi zero (nZEB).

Ad esempio, in Svizzera, l’autorizzazione a costruire un edificio in legno massello senza impianto di riscaldamento è stata ottenuta grazie a una simulazione termica dinamica che ha dimostrato la capacità dell’involucro di mantenere temperature di comfort anche in assenza di sistemi attivi. Un precedente che rafforza l’importanza, anche per il mercato italiano di integrare fin dalla fase preliminare analisi energetiche avanzate e strategie bioclimatiche.

Strategie costruttive: massa, inerzia e progettazione bioclimatica

Il caso studio svizzero è emblematico: un edificio di cinque piani (quattro adibiti a uffici e un attico residenziale) con pareti in legno massello da 30 cm, cappotto in fibra di legno, copertura ventilata e strati interni di terra cruda per aumentare l’inerzia termica. Costruire con molta massa – utilizzando pannelli in legno massello di grandi spessori – offre notevoli vantaggi in termini di inerzia termica, cioè la capacità dell’edificio di assorbire e rilasciare lentamente calore. Questo si traduce in una temperatura interna più stabile e in una sensazione di comfort sia d’inverno che d’estate, senza dipendere dall’impiantistica tradizionale. Solai collaboranti in legno e calcestruzzo, pavimenti in terra cruda e sistemi di ventilazione naturale rappresentano soluzioni efficaci per migliorare il microclima interno.

La progettazione bioclimatica emerge come elemento chiave: dall’orientamento accurato dell’edificio rispetto al sole alla scelta di materiali igroscopici (capaci di regolare l’umidità). Diagrammi solari, studio dei venti e utilizzo di spazi cuscinetto consentono di massimizzare il guadagno solare invernale e ridurre i surriscaldamenti estivi.

L’assenza di trattamenti chimici sul legno, la ventilazione affidata ad aperture e materiali naturali, e il controllo dell’umidità permettono di ottenere ambienti sani, particolarmente adatti per utenti sensibili come bambini e soggetti allergici. L’utilizzo di materiali locali e il riciclo di elementi di scarto contribuiscono ulteriormente alla sostenibilità del progetto.

Le scelte salienti:

  • elevata massa superficiale delle pareti – lo sfasamento dell’onda di calore consente di posticipare i picchi di temperatura esterni, garantendo comfort sia estivo sia invernale
  • assenza di impianti HVAC – la ventilazione naturale notturna, l’esposizione solare controllata e l’accumulo termico rendono superflui i sistemi di climatizzazione tradizionali; il fabbisogno per il riscaldamento è pari a 0 kWh/m² anno
  • uso di materiali naturali e riciclati – larice di recupero per il rivestimento, sughero anticalpestio, terre crude e anidrite; una scelta coerente con i principi “cradle to cradle” e con la riduzione dei futuri costi di smaltimento.

Aspetti gestionali ed economici

Uno dei punti di forza delle soluzioni presentate è la riduzione dei costi gestionali: la limitata presenza di impianti meccanici e il ricorso a strategie passive abbassano i consumi energetici e facilitano la manutenzione edilizia. È importante sottolineare anche la possibilità di smontare e rimontare gli edifici in legno massello, facilitando recupero e riuso a fine vita e minimizzando la produzione di rifiuti speciali.

  • Riduzione dei costi d’esercizio: l’eliminazione degli impianti tradizionali abbatte le spese di manutenzione e di energia, mentre la produzione fotovoltaica (≈ 26 kWh/m²·anno) copre ampiamente i consumi elettrici dell’edificio.
  • Velocità di cantiere: i pannelli prefabbricati in legno massello consentono tempi di montaggio rapidi e grande precisione esecutiva.
  • Circolarità dei materiali: la struttura a secco può essere disassemblata e riutilizzata, minimizzando i rifiuti da demolizione.

Il contesto italiano: indicazioni operative

Gli insegnamenti tratti dal caso svizzero possono essere applicati con successo anche alle nostre latitudini, a patto di adattarli alle specificità del clima mediterraneo attraverso alcune accortezze progettuali. Ad esempio, è fondamentale sfruttare la ventilazione notturna e prevedere adeguate masse interne – come solai collaboranti in legno calcestruzzo o pavimenti in terra cruda – in grado di accumulare il fresco durante la notte e restituirlo nelle ore più calde della giornata. Per proteggere gli ambienti dall’irraggiamento estivo risultano particolarmente efficaci aggetti, frangisole mobili e schermature vegetali permanenti, che contribuiscono anche al comfort visivo e alla qualità degli spazi esterni.

L’integrazione di impianti va limitata allo stretto necessario: solo dove indispensabile si ricorre, ad esempio, a sonde geotermiche superficiali per il free-cooling o a impianti radianti a bassa temperatura, soluzioni che riducono il consumo energetico senza compromettere il benessere degli occupanti. Infine, per agevolare le pratiche edilizie e l’accesso agli incentivi nazionali, come il Bonus Legno, è importante documentare le prestazioni dell’edificio attraverso calcoli termici avanzati, in modo da dimostrare oggettivamente l’efficacia degli interventi adottati.

Il legno massello garantisce inerzia termica elevata, comfort indoor, riduzione degli impianti, salubrità degli ambienti, facilità di smontaggio e riciclo.

Le normative italiane e internazionali consentono la costruzione di edifici multipiano in legno, purché siano rispettate le prescrizioni su resistenza al fuoco e sicurezza statica. In molte regioni ci sono esempi di edifici di 4-5 piani o più realizzati interamente in legno.

Le principali  normative che regolano le strutture in legno massello in Italia sono le NTC 2018 e l’Eurocodice 5 per la parte strutturale; per la sicurezza antincendio fa riferimento il D.M. 03/08/2015 (Codice di prevenzione incendi).

Si adotta una progettazione bioclimatica, curando l’orientamento dell’edificio, la stratigrafia delle pareti e l’uso di materiali ad alta massa che sfruttano apporto solare e ventilazione naturale, supportati eventualmente da sistemi fotovoltaici e soluzioni passive.

Gli edifici in legno massello richiedono attenzione nella scelta di materiali idroscopici e nelle strategie di ventilazione naturale. È fondamentale progettare aperture e dettagli costruttivi che favoriscano il ricambio d’aria e la gestione dell’umidità senza affidarsi a VMC meccanica.

La limitata presenza di impianti e l’alta qualità dell’involucro riducono i consumi energetici e le necessità di manutenzione. La possibilità di riutilizzo e riciclo degli elementi costruttivi abbatte inoltre i costi di smaltimento a fine vita.

Soluzioni come tetti verdi, pareti vegetali, aperture selettive per specie protette e l’uso di materiali naturali risultano pienamente compatibili con le strategie costruttive in legno massello.


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